FECONDAZIONE ASSISTITA - EMANATE LE NUOVE LINEE GUIDA 2015
Mi associo al commento di Filomena Gallo, il lavoro del Ministero c’è stato, ma alcuni degli aspetti più “divisivi” rimangono sotto silenzio. In particolare la fattibilità dei cicli di fecondazione eterologa rimane parola vuota, poiché non è previsto alcun rimborso spese per i donatori di gameti, e quindi non esistono donatori di gameti se non rarissime eccezioni
Ancora una volta si sottolineano le contraddizioni della situazione attuale, tra le quali: – la possibilità (anzi la necessità) di ricorrere a donatrici straniere per le quali invece il rimborso spese è previsto ed è ovviamente a carico della coppia commissionante italiana, – la necessità per i ricercatori italiani di acquisire embrioni umani sui quali fare ricerca provenienti da paesi esteri mentre nei nostri centri PMA non è previsto alcun destino per gli embrioni abbandonati – il silenzio delle attuali linee guida in merito all’accesso alle tecniche per le coppie portatrici di malattie genetiche
Ringraziando sempre le Associazioni che si muovono a difesa dei diritti dei cittadini, senza queste associazioni saremmo ancora fermi all’oscurantismo più crudo della legge 40, nel suo inaccettabile dettato originale
PROCREAZIONE ASSISTITA - ARRIVANO LE LINEE GUIDA, RESTANO LE LACUNE
Filomena Gallo - Associazione Luca Coscioni - per la libertà di ricerca scientifica
Finalmente ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha emanato le nuove linee guida che regolano la Procreazione medicalmente assistita. Le ultime risalgono al 2008 e secondo quanto previsto dalla legge 40/2004 sarebbero dovute essere aggiornate almeno ogni tre anni. Facendo pochi calcoli semplici, il ministero per quattro anni, presupponendo un eventuale aggiornamento nel 2011, ha violato la legge.
Questo lo abbiamo fatto presente più volte, presentando anche una diffida formale contro il ministero. Avevamo proprio bisogno di una bussola per esplorare il nuovo terreno della fecondazione assistita che è mutato molto dalla promulgazione della legge. Basti pensare che dal 2008 ci sono state ben tre sentenze della Corte Costituzionale, che hanno rimodulato la legge 40 del 2004, eliminando, rispettivamente, il numero massimo di tre embrioni da creare e trasferire in un unico e contemporaneo impianto, il divieto di fecondazione eterologa, il divieto di accesso alla diagnosi pre-impianto per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche.
Proprio quest`ultima decisione della Consulta, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 giugno, è stata ignorata nelle linee guida, nonostante i giudici nel testo della sentenza avessero sottolineato la necessità di un intervento del legislatore in base all`evoluzione tecnico scientifica. Inoltre manca l`indicazione per una campagna informativa per la donazione dei gameti, sia maschili che femminili, utili per la fecondazione eterologa: sono tantissime le coppie che scrivono all`Associazione LucaCoscioni per denunciare la mancanza cli ovociti e spermatozoi nei centri di fecondazione.
In Italia non c`è mai stata la scelta delle caratteristiche fenotipiche, ma solo la richiesta di abbinamento in base alla compatibilità sanitaria e di caratteristiche somatiche della coppia con il futuro bambino. Perché strumentalizzare alcuni termini? Forse è solo un pretesto per ostacolare l`applicazione della tecnica? Inoltre, il ministero continua ad affermare che le tecniche di Pma saranno incluse nei Livelli essenziali di assistenza. Ma quando verranno aggiornati?
Anche su questo punto i malati e i disabili stanno vivendo da troppi anni una situazione di completo abbandono e indifferenza da parte del governo che ha scelto di non impegnarsi nell`aggiornamento. Si ribadisce, in ultimo, che è vietata qualsiasi sperimentazione sugli embrioni non idonei per una gravidanza: gli scienziati italiani sono oggi costretti ad utilizzare cellule staminali embrionali importate dall`estero, come ha sottolineato lo scienziato Michele De Luca in un appello inviato proprio ieri ai parlamentari e ai membri di governo.
Un paradosso che potrebbe essere eliminato cancellando questo divieto dalla legge 40 e permettendo ai ricercatori italiani di tentare la strada per nuove cure a malattie al momento inguaribili. Basterebbe un atto del governo ad anticipare un nuovo intervento della Corte costituzionale che su questo si dovrà pronunciare.